Ben arrivato cucciolo di cane, ti presento la tua nuova casa! Che la scelta ricada su un cane corso o su un barboncino bianco, l’entusiasmo e la voglia di percorrere sentieri inesplorati col proprio cane animano le emozioni dei futuri proprietari.
Capiamo quali sono i primi passi per educare un cucciolo di cane.
Uno dei momenti tanto attesi che ci fa scalpitare è quello del rientro nelle mura domestiche, per vedere cosa farà il cucciolo nella sua nuova casa. Tuttavia, convivere con un cucciolo di cane, che diventerà un cane adulto, non è sempre semplice.
Le giornate potrebbero non andare come previsto, soprattutto per coloro che si avventurano in questa esperienza per la prima volta. Bisogna tener presente infatti, del tempo e delle energie necessarie per educare un cane, in particolar modo nei primi mesi di vita.
Molto entusiasmo si, ma accompagnato da qualche domanda del tipo:
- Quale sarà il posto più adatto dove farlo dormire?
- Come educare un cucciolo di cane a non fare i bisogni in casa?
- E se cominciasse a mordere mobili o a mangiare calzini, piante…?
- E se quando usciamo cominciasse ad abbaiare?
- Come prenderà questa nuova convivenza il mio gatto, cane, criceto, coniglio…?
Niente paura, educare un cane non è un’impresa impossibile: armiamoci di pazienza e, un passo alla volta, riusciremo a creare una splendida convivenza con il nostro nuovo amico!
Come educare un cane in casa
La fase di adattamento è la base per cominciare col piede giusto: si sa, chi ben comincia è a metà dell’opera!
Vediamo come comportarci per educare un cucciolo di cane di due mesi: inoltriamoci in questo mondo e iniziamo col predisporre un posticino per il nuovo arrivato. Lo scopo è creare un luogo “tana” dove farlo sentire protetto. La posizione ideale potrebbe essere non troppo lontana dal divano o dal letto, perché i cuccioli di cane amano essere tenuti sotto controllo e rimanere a vista d’occhio.
Il “giaciglio” deve consentire il giusto riposo al cucciolo, il quale dovrà sonnecchiare senza essere disturbato. L’istinto del cane è quello di osservare e controllare tutta la famiglia, perciò si sconsiglia di posizionare la sua cuccia in luoghi come l’ingresso di casa o in stanze di passaggio, dove il tran tran quotidiano si intensifica. Insomma, la posizione ideale sarà quella che non arrecherà stress al cucciolo.
Successivamente dovremo insegnargli quale area gli è concessa: è qui che si comincia a capire come educare un cane in casa. Questo esercizio porterà il cucciolo a comprendere dove è situata la sua cuccia.
Possiamo cominciare mettendo bocconcini o crocchette all’interno della sua cuccetta: il cucciolo, attratto dal “premio/cibo”, farà una navetta tra noi ed essa; le sue abilità cognitive, poi, lo porteranno ad individuare il vantaggio di soffermarsi nella cuccia, evitando di avvicinarsi a noi per ottenere il premio. Il momento in cui si soffermerà nella cuccia senza tornare da noi è il momento del “jackpot”, poiché avremo raggiunto l’obiettivo, il comportamento desiderato, e potremo concedere più bocconcini o, in generale, premi ancor più graditi.
Come educare un cucciolo di cane: i bisogni
Ora vediamo come affrontare la fase che forse meno ci piace: quella di educare il cane per fargli capire dove deve fare i suoi bisogni.
Per educare un cucciolo di cane a sporcare ove preferiamo, è indispensabile trovarsi con lui al momento giusto. Appena accade, bisogna prenderlo in braccio senza sgridarlo e portarlo immediatamente in giardino o sulla traversina (o su dei tappetini igienici), aspettare che concluda i suoi bisogni e, come sempre, premiarlo.
Può occorrere qualche settimana per finalizzare l’obiettivo e riuscire a educare un cane, ma già dopo qualche giorno di convivenza osserveremo che il cucciolo ha i suoi riti prima di sporcare; questo è un ottimo suggerimento, che ci darà la possibilità di anticipare il suo “errore”, accompagnandolo nel “suo bagno”.
Dopo aver aspettato che abbia terminato di fare i suoi bisogni, con un tono gioioso e facendogli qualche coccola, gli faremo capire che si è comportato in maniera corretta, rinforzando così il suo atteggiamento positivo (rinforzo positivo).
Ma con quale frequenza farlo uscire? Il cucciolo dovrebbe essere portato fuori dopo ogni volta che effettua la pappa, frequenza che diminuirà man a mano che diventa adulto.
Come educare un cane a non mordere
Entriamo ora nel fantastico mondo, meno per noi umani, del “mordicchio” e, perché no, del mangiare qualche calzino, qualche elastico per capelli, una pianta ornamentale, qualche penna: come si può educare un cane a non mordere?
Per cominciare, bisogna dire che non esiste cucciolo che non morda qualcosa. Come per i cuccioli umani, l’apparato buccale è il mezzo che gli permette di conoscere il mondo intorno a sé. Certo, non è un aspetto da sottovalutare: per quanto per il cucciolo sia un gioco o un bisogno, realmente potrebbe creare seri danni alle nostre cose, ai mobili o addirittura a se stesso.
Come educare, quindi, un cane a non mordere? L’atteggiamento corretto che dovremo tenere sarà quello di sgridarlo nel momento stesso in cui lo sorprenderemo ad usare impropriamente i suoi dentini; a volte, sarà necessario correggerlo con degli “sbuffetti” (ovviamente senza provocare dolore), atti ad ammutolirlo e a stupirlo.
Per sostituire l’auto-gratifica del rosicchiare potremmo introdurre uno stimolo, ad esempio un giocattolo resistente o un “feticcio”, che andrà a sostituire i nostri amati oggetti.
Questa soluzione servirà a rinforzare il legame con il nostro cucciolo: giocando con noi, si divertirà e allo stesso tempo avremo modo di continuare il percorso di addestramento: per noi sarà un modo per educare un cane a non mordere, per lui sarà l’appagamento di un bisogno, il gioco!
Come educare un cane a non abbaiare
Abbiamo identificato il giusto luogo dove mettere la cuccia del nostro amato amico, capito come educare un cucciolo di cane a fare pipì e pupù, come evitare dei danni in casa ed ora vediamo come affrontare il problema dell’abbaio al momento del nostro allontanamento.
Quando usciamo di casa, lui si sente abbandonato e comincia ad abbaiare fino allo sfinimento. Può capitare che i vicini ce lo facciano notare: cosa possiamo fare per educare un cane a non abbaiare?
Prendiamo anche questa fase come un esercizio e iniziamo un percorso fatto di diversi step e… molta pazienza. Fin dai primi giorni dall’arrivo in casa, possiamo cominciare a lasciare il cane da solo per qualche minuto, in un’altra stanza o in giardino; osserviamo il suo comportamento e cerchiamo di valutare il momento in cui lo stress lo sta per portare ad abbaiare.
Nel momento esatto dell’abbaio, possiamo tornare da lui e interromperlo con quello che a lui non piace. Proprio così: ogni cane è diverso, ma il segreto sta nel correggerlo con qualcosa che non ama, come ad esempio rumori strani, schizzetti d’acqua, buffetti o oggetti vari. Una volta raggiunto il nostro obiettivo, che è quello del non abbaio, lo premieremo.
Per educare un cane a non abbaiare ci vorrà del tempo, ma ripetendo questo stimolo riusciremo a passare da pochi minuti a tempi molto più lunghi nel quale il cucciolo di cane non abbaierà, perché avrà capito che il nostro allontanamento non è un abbandono!
Educare un cucciolo di cane: le regole da tenere presenti
Può però capitare che giochetti anti-noia, snack e ossa da rosicchiare non siano sufficienti ad appagare e concentrare le energie del cucciolo, dolce e tenero quanto dispettoso e testardo. Come fare, quindi, per educare il cane? A volte il riuscire a non farsi stravolgere le giornate e le proprie abitudini, potrebbe richiedere le competenze specifiche della sfera cinofila.
Il consiglio che mi sento di dare è di considerare il cane come un animale abitudinario: questo significa che, premiando i suoi atteggiamenti per noi graditi, canalizzeremo le sue energie e favoriremo l’apprendimento, modellando il suo carattere ed evitando spiacevoli comportamenti che inevitabilmente andrebbero corretti.
La chiave sta nella chiarezza della comunicazione: segnali perfettamente percepiti dal cucciolo potrebbero rappresentare i cardini dell’intesa con lui, unica via per l’empatia.
Ricordiamo che non esistono lezioni mirate per educare un cucciolo di cane: il cucciolo apprende continuamente, senza limiti di orari e di tempo.
Vediamo, allora, alcuni stratagemmi da poter mettere in campo nella nostra e sua quotidianità:
- regolarizzare l’orario dei bisogni: spesso e volentieri arrivano dopo i pasti;
- premiarlo quando lascia le nostre scarpe preferite nella scarpiera, senza doverle cercare per tutta casa;
- rinforzare, mediante premio, la sua posizione lontana dal tavolo della cucina quando mangiamo;
- coccolarlo quando resta con le 4 zampe a terra al momento del nostro rientro dal lavoro, senza saltarci addosso;
- restare fermi nell’educazione: il concedergli, ad esempio, di saltarci addosso per farci le feste diventerà un comportamento appreso e non potremo chiedergli di interromperlo a nostro arbitrio.
Come educare un cane: un mondo pieno di sorprese
Per far sì che, da adulto, mantenga gli atteggiamenti che apprezziamo nel nostro cucciolo, dovremo motivarlo con cure e attenzioni mirate. Anche la classica pappa assumerà un ruolo fondamentale: il cucciolo attiverà degli atteggiamenti specifici per meritarsi la sua razione.
Accettare altri cani e altri animali rinforza la convinzione del cucciolo a vederci come capobranco e a temere le nostre reazioni qualora esso invada lo spazio del secondo, fosse un altro cane, un gatto, un coniglio o tutto ciò che fa parte della famiglia. Il cane da compagnia non nasce tale, ma è frutto dell’adattamento di un essere intelligente che desidera essere utile ma che, per farlo, deve essere guidato nel poter esprimere le sue qualità e doti naturali.
Educare un cane: un mondo affascinante e impervio che metterà alla prova le nostre capacità di leader.
Potrà nascere del disagio o del malumore quando ci saranno cose da riparare o peggio da sostituire; potrà nascere dell’ansia al pensiero di lasciare il nostro cucciolo appena arrivato, da solo; ci sarà il timore di ritornare a casa e dover rimettere tutto a posto.
Chi decide di prendere un cucciolo di cane lo fa perché, senza accorgersene, è già stato risucchiato nel suo mondo con la forza di chi conta millenni di esistenza: un mondo unico che non accenna a perdere di fascino.
Luca Garbini