Quando e perché sterilizzare il gatto

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Sterilizzare o castrare il gatto contribuisce alla diminuzione del randagismo, porta dei benefici sia alla sua salute, migliora il suo comportamento.

Accogliere un dolce e tenero micio nella tua vita è una scelta molto importante, come lo è far di tutto per assicurargli benessere e una vita lunga e in salute.

Devi potergli offrire cibo di qualità, una casa accogliente, un luogo sicuro dove rifugiarsi, attività e giochi e, forse non lo sai, ma puoi anche tutelare la sua salute attraverso la sterilizzazione del gatto.

Spesso, quando si parla di sterilizzare un animale si immagina una pratica “sadica” che avrà ripercussioni negative soprattutto sul suo carattere.

In realtà sterilizzare un gatto maschio o femmina che sia, è una buona pratica che previene: 

  • il randagismo; 
  • malattie infettive e sessualmente trasmissibili;
  • infezioni batteriche e dell’apparato genitale;
  • ferite per contesa del territorio.

Sterilizzazione gatto femmina e maschio

Come medico veterinario capita spesso che mi venga chiesto di sterilizzare un gatto femmina e lasciare integro il maschio, mentre sarebbe buona pratica sterilizzare entrambi.

Ma da cosa nasce questa richiesta? 

Perché si pensa che sterilizzando la femmina si risolvano tutti i problemi?

La sterilizzazione di una gatta femmina, soprattutto prima del primo calore, aiuta a prevenire i tumori dell’utero o alla mammella e le infezioni uterine. La sterilizzazione dei gatti maschi diminuisce le possibilità di cancro ai testicoli e riduce il rischio di problemi alla prostata. In generale, gli animali sterilizzati e castrati vivono più sani, più a lungo e più felici.La sterilizzazione del gatto rimuove i testicoli nei maschi e le ovaie nelle femmine, impedendo loro di riprodursi.

Ciclo estrale: periodo calore della gatta

È la gatta femmina che va in calore. Questa emette nell’aria delle sostanze odorose, chiamati feromoni, che il maschio può percepire anche a grandi distanze, accompagnandoli da richiami vocali.

Ragion per cui, capita, che i nostri mici maschi integri, restino lontani da casa anche per giorni interi, riapparendo il più delle volte con “ferite di guerra” causate da scontri con altri maschi che, come lui, hanno risposto al calore della gatta.

La gatta si definisce “poliestrale stagionale”, ovvero va in calore in primavera ed in autunno. Questo può avere una durata variabile, da qualche giorno a qualche settimana, più lunga durante la bella stagione, meno con la riduzione delle ore di luce e della temperatura.

In questi mesi se la gatta:

•         si accoppia e resta gravida, partorirà dopo circa due mesi

•         non si accoppia, dopo un periodo variabile di circa un mese tornerà in calore.

Teniamo però presente che la durata del ciclo estrale in una gatta può essere alterato dalla vita in casa e dalle variazioni del clima, con conseguente prolungamento del periodo fertile e nascite fuori stagione.

Il calore della gatta è suddiviso in 5 fasi: 

  • proestro: In questa fase non si notano cambiamenti nella gatta e non è disposta ad accoppiarsi. Dura 1-2 giorni;
  • estro: È il momento in cui la femmina mostra interesse verso il maschio. Rispetto al cane i sintomi del ciclo estrale della gatta sono di tipo comportamentale: forti vocalizzi, rotolamento sul pavimento, sollevamento della parte posteriore ed eventuale diminuzione dell’appetito. Dura una settimana e se non si è accoppiata, può tornare in calore entro alcuni giorni;
  • Interestro: una pausa di 2-3 settimane;
  • diestro: periodo successivo all’estro o all’accoppiamento, di circa 30-40 giorni. Se la gatta è incinta, la gravidanza dura in media 60-64 giorni;
  • Anestro: inattività sessuale e ormonale, Dura 2-3 mesi.

Il primo ciclo di estro si verifica solitamente all’età di 4-12 mesi.

L’istinto ad accoppiarsi può portare alla fuga anche il gatto più tranquillo se non sterilizzato. 

Possiamo anche escogitare i sistemi “antifuga” più sofisticati bloccando porte e finestre, chiudendo la più piccola feritoia ma i gatti riusciranno a scappare. Teniamo presente che questa loro condizione fisiologica non gli arreca piacere ma anzi, è una vera e propria sofferenza che nel tempo diventa anche una tortura per gli umani conviventi.

Perché sterilizzare un gatto?

Non fa piacere a nessuno passare le notti insonni accompagnate da un concerto continuo di miagolii, ma solo questo non può giustificare la sterilizzazione. L’intervento va attuato anche per:

  • prevenzione dalle malattie: nella femmina si ha un’alta frequenza di tumori ovarici, formazioni cistiche che si ripercuotono sull’utero e carcinomi mammari. Lo sviluppo delle metastasi avviene in tempi rapidi, con conseguenze spesso letali. Nel maschio sono meno frequenti ma di certo non trascurabili l’insorgenza di tumori alla prostata e al testicolo;
  • prevenzione delle patologie infettive: una gatta non sterilizzata è predisposta a una patologia infettiva a carico dell’utero, la piometra, che si può presentare all’improvviso. É una raccolta di pus all’interno dell’utero che si può rompere per l’eccesso di pressione con conseguente peritonite, setticemia e morte. Diventa spesso un’emergenza chirurgica seria con prognosi riservata.

Come capire quando è ora di sterilizzare il gatto

Diversi studi illustrano i benefici della sterilizzazione di un gatto verso i 5 mesi di età, il momento in cui raggiunge la maturità sessuale. Se il gatto è in buona salute, queste procedure possono essere eseguite in qualsiasi momento della sua vita, ma prima vengono eseguite, minore è la probabilità che il gatto sviluppi effetti collaterali indesiderati derivanti dall’essere sessualmente integro.

Quanto ci mette una gatta a riprendersi dalla sterilizzazione

In genere il veterinario rilascia il gatto dalla clinica dopo un paio d’ore dall’intervento. In alcuni casi, le gatte femmine possono dover trascorrere la prima notte sotto osservazione. I gattini giovani e maschi hanno un recupero più rapido, letargia e stanchezza passeranno nelle prime 24 ore dopo l’intervento. Se dovesse mostrare vertigini dopo due giorni è bene chiamare il veterinario. Il processo di recupero complessivo richiede circa 10-14 giorni. Se si leccasse troppo la ferita mettetegli un collare di protezione.

Come cambia il carattere del gatto dopo la sterilizzazione

Il comportamento del gatto può cambiare molto dopo l’intervento di sterilizzazione o castrazione. I maschi diventano meno attivi, meno aggressivi verso gli altri gatti, più amichevoli, giocherelloni e coccoloni, è il testosterone che è sceso. Anche le gatte femmine mostrano cambiamenti significativi, per prima cosa terminano i comportamenti associati al ciclo del calore, come i miagolii e il vagabondaggio. Non mostrerà più interesse verso i gatti maschi, ma più verso i padroni.

Maschio gatto non sterilizzato

La competizione per il territorio è un comportamento costante che coinvolge i maschi interi, non necessariamente in presenza di femmine in calore che comunque esacerbano questi eventi. Le aggressioni tra i maschi sono seriamente connotate da ferocia: morsi e graffi sono senza esclusione di colpi e le ferite che si provocano a vicenda possono propagare malattie virali ed infezioni batteriche di portata mortale, se non diagnosticate e curate tempestivamente. Le cure e la gestione di un maschio intero sono spesso più difficoltose a causa della aggressività che caratterizza il gatto. Inoltre, se vive in casa, comincerà a marcare il territorio rilasciando odori non proprio gradevoli.

Non pensiamo che la sterilizzazione sia una pratica “sadica” da non effettuare sui nostri amati mici ma al contrario, pensiamo che attraverso questo semplice intervento offriremo una vita migliore al nostro amico a quattro zampe.

Dottoressa Eleonora Airola

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