Gli anfibi sono animali vertebrati a sangue freddo, il che significa che la loro temperatura corporea è regolata dall’ambiente che li circonda. Possiedono una pelle liscia e viscida caratterizzata dall’assenza di squame, piume o peli ed è permeabile, ovvero l’aria vi può passare attraverso. Molti anfibi, quindi respirano attraverso l’epidermide anziché i polmoni.
Anfibi: esempi e come vengono classificati
Gli anfibi sono una specie animale che comprende rane, rospi, raganelle, salamandre e tritoni.
Gli anfibi sono classificati in tre ordini:
- Gli Anura: gli anfibi più comuni rane e rospi;
- I Caudata o Urodela: salamandre e tritoni;
- Gli Gymnophiona o Apoda: cecilie.
In generale, le rane hanno dita e piedi palmati, una pelle liscia e umida, un corpo tozzo e occhi sporgenti, sono sprovvisti di coda. Hanno zampe lunghe e piene di forza, per questo saltano in alto. I rospi sono un tipo di rana ma con una pelle irregolare e secca. Sia le rane che i rospi depongono le uova in acqua, ma i rospi trascorrono più tempo sulla terraferma rispetto alle rane.
Le salamandre hanno corpi sottili, zampe corte, code lunghe e possono far ricrescere gli arti e altre parti del corpo che hanno perso. Sembrano delle lucertole, prediligono le aree umide e dove c’è acqua. Il tritone è un tipo di salamandra. Le cecilie assomigliano ai serpenti, senza braccia e gambe, possono superare il metro e mezzo di lunghezza.
Caratteristiche degli anfibi
Il ciclo vitale degli anfibi inizia con un uovo che, una volta schiuso, diventa larva. Lo stadio larvale può durare fino a due anni.
Quasi tutti gli anfibi iniziano la loro vita in acqua con branchie e coda, posto dove corrono quando si sentono minacciati. Crescendo, sviluppano polmoni e zampe, esce dall’acqua per vivere sulla terraferma. Il loro metabolismo risulta essere molto lento e lo diventa ancor di più quando le temperature esterne sono basse. La maggioranza è in grado di produrre veleni tramite la pelle.
Oltre il 75% delle specie di rospi e rane vive nelle foreste pluviali tropicali. Gli anfibi adulti sono carnivori e predatori, mangiano vari animali, tra cui ragni, coleotteri e vermi. Alcuni, come le rane, hanno lunghe lingue con estremità appiccicose utili per catturare le prede. Le larve di molti anfibi si nutrono principalmente di piante. L’anfibio più grande è la salamandra gigante cinese. Può raggiungere i due metri di lunghezza e pesare 140 chili.
Anfibi, ecosistema e problemi ambientali
Gli anfibi sono dei bioindicatori della qualità dell’acqua, del terreno e dell’aria perché sono sensibili alla presenza di inquinanti, variazioni della temperatura o del pH. La loro presenza indica che un ambiente è sano.
Gli anfibi sono utili anche dal punto di vista agronomico, con la loro dieta a base di insetti o larve nocivi alle colture, in più si nutrono di zanzare.
Gli anfibi sono oggi una specie a rischio di estinzione. Le minacce per gli anfibi sono:
- cambiamenti climatici;
- la perdita del loro habitat;
- malattie;
- le specie invasive;
- il traffico;
- l’inquinamento chimico.
Gli anfibi che dipendono da determinati tipi di habitat possono essere più a rischio, come chi vive in stagni e corsi d’acqua che possono seccarsi a causa del riscaldamento globale, prima che il ciclo riproduttivo sia completato. Questo porta alla morte delle uova, dei girini e degli animali in metamorfosi. Inoltre, essendo stagni e corsi d’acqua un luogo in cui rifugiarsi, sono esposti ai predatori. I climi più caldi rendono i loro habitat troppo secchi e inadatti alla loro vita. Il traffico delle auto incide sulla mortalità degli anfibi.
Durante la primavera molte specie si risvegliano dall’ibernazione e si spostano verso i luoghi in cui andranno a deporre le uova: stagni, laghi, pozze, piccole raccolte d’acqua. Le migrazioni avvengono prevalentemente dopo il crepuscolo e spesso devono attraversare strade a percorrenza. Da cui il problema degli investimenti, che ogni anno miete migliaia di vittime. Pensiamo anche che lo schiacciamento di una femmina di rospo, prima di aver deposto le uova, mette a rischio una futura generazione in quanto porta con sé ben 5.000 uova che non arriveranno mai in acqua
SOS anfibi Vicenza: in aiuto degli anfibi
Nel 2016 nasce SOS anfibi Vicenza, composto da volontari con lo scopo di salvaguardare gli anfibi.
Visto il mancato impegno di molte amministrazioni che avrebbero invece l’obbligo di tutelare anche questi animali (molte specie sono protette da leggi europee e regionali), in molte regioni italiane si sono costituiti gruppi di volontari per aiutare gli anfibi ad attraversare le strade in sicurezza. SOS Anfibi Vicenza chiede ai cittadini di procedere con cautela lungo le strade interessate dal fenomeno, di schivare gli esemplari e, se possibile, di spostarli fuori dal manto stradale (basta tenere in auto un guanto da ortofrutta).
È importante segnalare nuove aree di migrazione per poter organizzare gruppi attivi di volontari. Invitiamo scuole e amministrazioni a farci conoscere e a far conoscere queste specie di cui si parla ancora troppo poco.
La cosa migliore è partecipare operativamente all’attività di salvataggio, che non è affatto gravosa come forse può sembrare. Le uscite sono organizzate in turni nel solo periodo di migrazione (che dura circa un mese). Il nuovo volontario, nei primi giorni, sarà formato da un esperto per svolgere l’attività in sicurezza per sé stesso e per gli animali.
L’attrezzatura che serve è davvero semplice da reperire: un secchio per trasportare gli animali, un gilet catarifrangente, guanti da ortofrutta, una torcia per vedere e farsi vedere, un taccuino o un’app su cui segnare i dati.
Segnalare il numero degli anfibi presenti permette di conoscere quanti sono in una colonia, se e quanto stanno bene e ad intercettare per tempo eventuali problematiche.
Salvare gli anfibi
L’attività del gruppo non si ferma a “salvare l’animale”, ma promuove la sensibilizzazione dei cittadini e il dialogo con le amministrazioni per cercare soluzioni che risolvano definitivamente il problema. Va detto che l’attività dei volontari in strada è un’azione straordinaria, temporanea e non definitiva: soluzioni progettuali esistono, come la creazione di aree umide prima delle strade o di tunnel di passaggio sotto-stradali entro i quali canalizzare le migrazioni senza rischi per animali e automobilisti. In varie regioni sono già sono presenti. C’è bisogno di maggiore impegno per limitare accessi e velocità sulle strade interessate dal fenomeno, così come la creazione di habitat umidi.